Sentiamo spesso parlare di quanto amare se stessi sia importante, ma perché? Si tratta di un autentico affetto e rispetto verso di sé che è fondamentale per l'autostima e per interagire con gli altri adeguatamente.
Per sopravvivere all'alta pressione cui ci sottopone questo mondo abbiamo sviluppato capacità di autocritica. Siamo diventati esperti nel comunicarci i nostri fallimenti, rimproverandoci di non impegnarci o di non essere intelligenti abbastanza. Portare all'estremo questo atteggiamento potrebbe essere tuttavia nocivo e controproducente.
L'eccessiva critica verso se stessi diventa una vera e propria auto-flagellazione che culmina in depressione e riduzione significativa delle nostre prestazioni. Mostrare compassione e amore per se stessi è quello che ci serve per riparare a questi circoli viziosi in cui rischiamo di cadere, ed è la base per una vita ambiziosa, soddisfacente e produttiva.
Prima di tutto occorre dare una definizione di auto-compassione che, per quanto sia un concetto spesso associato all'amore di sé, ha un significato ben specifico. Quando parliamo dell'auto-compassione facciamo riferimento ad un atteggiamento gentile e indulgente verso noi stessi, verso i nostri fallimenti e i nostri errori, senza colpevolizzarci. Come si fa?
Ecco un esempio di meditazione strutturata di 15 minuti:
trova un posto comodo, ad esempio sdraiati su un letto, o preparati un bagno caldo;
lascia passare i pensieri che interrompono e riparano il flusso di pensieri negativi di auto-colpevolizzazione e auto-accusa;
sii indulgente e gentile verso te stesso e i tuoi fallimenti.
Questi sono i passaggi da considerare.
Siamo talmente ossessionati dal successo da dimenticare di fare caso alle sfide che ci poniamo quotidianamente. Supponiamo di stare scalando la montagna più alta del mondo e di non riuscire a salire la cima. Sebbene non siamo riusciti nell'impresa, considerando la montagna, non possiamo dire di essere stati incapaci nel tentativo di farlo.
Abbiamo tutti una storia familiare che ha avuto un impatto negativo in qualche modo sulla nostra persona. Ci sono cose che ci sono accadute per mano di altri che possono aiutarci a capire i nostri problemi attuali. Non possiamo dire di essere del tutto sani, ma chi lo è? Potremmo non avere tutti i requisiti per svolgere determinati compiti e non è del tutto colpa nostra.
I mass media sembrano descrivere un mondo fatto di persone ricche, famose e di successo ma la statistica ci rivela che la maggior parte delle persone non sono famose, ricche o di successo. Non possiamo affliggerci perché non riusciamo ad ottenere quelli che sono di fatto obiettivi statisticamente poco probabili.
Le persone eccessivamente critiche verso se stesse non credono alla fortuna. Si prendono la responsabilità per ogni cosa e credono che i vincitori costruiscano la loro fortuna. Ma non è proprio così, la fortuna è una variabile dell' esistenza. Nel credere di essere in totale controllo di quello che accade, ci stiamo dando una consolazione illusoria a dire il vero e questo comporta una completa attribuzione di colpa in caso di fallimento.
Il nostro valore non è dato esclusivamente da quello che realizziamo in termini di stato sociale e successi materiali. Ad insegnarcelo sono le persone che ci vogliono bene sin dall'infanzia. Prova ad entrare in contatto con esperienze di connessione avute con le persone che sono state gentili con te, accedi a ricordi in cui ti è stato conferito valore per quello che sei indipendentemente dai tuoi successi.
Quando ci imbattiamo in un fallimento abbiamo l'impressione che non possiamo mai uscirne. Dobbiamo imparare a ridurre totalmente le aspettative e capire che quello che ci vuole è decisamente riposo!
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