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Immagine del redattore Dr Maria Teresa Caputo

Perché quando finisce un amore soffriamo?

Quando soffriamo per la fine di una relazione, ci troviamo ad affrontare una vera e propria esperienza di perdita. Avere il "cuore spezzato" genera un dolore emotivo molto forte che può manifestarsi in modi diversi indipendentemente dall'età e dal genere. Si tratta di qualcosa che sentiamo sul nostro corpo, che risuona come un forte nodo alla gola, un pugno nello stomaco, un peso insormontabile sul petto.

Per questo motivo, quando parliamo di sofferenza per amore, usiamo l'espressione cuore spezzato. Tuttavia, è il cervello, l'organo che dirige i lavori e da cui partono queste sensazioni corporee molto spiacevoli. Quando veniamo lasciati, rifiutati, abbandonati, il nostro cervello risponde in maniera automatica producendo i sintomi sgradevoli che abbiamo elencato di sopra e a quel punto cominciamo immediatamente a sentire il dolore. È importante risalire al perché pensiamo, ci comportiamo e sentiamo in questo modo quando finisce una relazione sentimentale, al fine di imparare a gestire le nostre reazioni e gradualmente "guarire" dal nostro cuore "infranto. Ci sono molti fenomeni che accadono nel nostro cervello quando viviamo questa esperienza. In questo caso, ci soffermeremo su quelli più importanti.

1. Il dolore emotivo richiama alla stessa sensazione del dolore fisico

Dagli studi di risonanza magnetica funzionale è emerso che quando soffriamo per amore le aree del cervello più attive sono le stesse di quando proviamo dolore fisico ossia l'insula anteriore e la corteccia cingolata anteriore. Uno studio avrebbe messo in risalto che queste stesse aree del cervello si attivavano quando a soggetti, che erano appena usciti da una relazione sentimentale, venivano mostrate foto dei loro ex partner. Il dolore provato dai soggetti degli studi sugli effetti del "cuore spezzato" veniva definito "insopportabile". Tuttavia, mentre il dolore fisico raramente mantiene livelli molto intensi per un periodo molto esteso, la sofferenza per amore può insinuarsi per giorni, settimane, mesi. Per questa ragione, questo fenomeno è oggetto di rilevanza scientifica.

2. Sentirsi come in astinenza da sostanze

L'amore è un fenomeno mentale, neurologico ed emotivo. Si tratta di una vera esperienza di rinforzo che attiva nel nostro cervello una meravigliosa tempesta neurochimica di ossitocina, vasopressina e dopamina. L'incremento di questi neurotrasmettitori è responsabile delle sensazioni piacevoli che proviamo quando ci innamoriamo.

Che succede invece quando un legame significativo viene rotto? Grazie agli studi di neuroimaging, è emerso che la rottura di una relazione provoca risposte cerebrali molto simili a quelle che generano l'astinenza da sostanze come la cocaina e gli oppiacei. I sintomi che ne derivano possono essere il sentirsi depressi, ansiosi, irritabili, confusi a tal punto da impattare sulla nostra capacità di concentrarci, di mantenere l'attenzione focalizzata e di funzionare all'interno dei vari ambiti della nostra vita. A questo si aggiungono i sintomi fisici come mancanza di energia, agitazione psicomotoria, assenza di appetito e alterazioni del sonno. Pensiamo ad un soggetto affetto da tossicodipendenza, in stato di astinenza, non ci aspetteremmo mai che possa essere in grado di essere lucido sul lavoro o in altri aspetti di vita personale, perché riconosciamo che si trova in uno stato significativo di alterazione mentale. Allo stesso modo, è fondamentale che assumiamo la stessa prospettiva quando si tratta della sofferenza per una rottura sentimentale al fine di modificare le aspettative su noi stessi e sugli altri.

3. La presenza di pensieri intrusivi che ci ossessionano e ci fanno sentire come bloccati

Quando soffriamo per la fine di una storia, la nostra mente produce pensieri intrusivi del nostro ex partner che invadono e monopolizzano il nostro pensare senza alcun preavviso. Il tutto può avere inizio con un'immagine mentale, un flashback di una vecchia conversazione con l'ex, un ricordo, una sensazione, un odore. Ogni volta che accade, veniamo catapultati nel dolore fisico, attivando nuovamente tutti i sintomi di astinenza descritti in precedenza. È come se perdessimo la persona amata ogni volta.

Dal momento che l'intrusività dei pensieri può verificarsi molte volte riportandoci sistematicamente a sentire sensazioni molto dolorose, viene da sè che il processo di recupero di un cuore spezzato è un vero percorso di sfide che richiede un tempo diverso a seconda delle differenze individuali e delle dinamiche che hanno caratterizzato il rapporto stesso. Comprendere i meccanismi di funzionamento di questo fenomeno ci può aiutare ad assumere un atteggiamento più compassionevole verso noi stessi, provando ad arginare quelle forme disfunzionali di auto-critica eccessiva e attribuzione di colpa. Dopo una rottura, è facile imbattersi in comportamenti tossici che finiscono per ledere ancor più la nostra autostima, come alimentare sentimenti di vergogna per il tempo che impieghiamo per superare la cosa. Non esiste un parametro temporale universale. Tutto quello che possiamo fare è concederci il nostro tempo personale per elaborare la perdita e prendere nota di tutte quelle variazioni automatiche che fa la nostra mente e in che modo ci sta generando sofferenza.


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